Una carezza in un pugno

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Un blog non è un blog se non parli anche delle tue passioni, sennò a cosa serve? Oggi vi voglio raccontare della prima volta che mi cimentai al microfono davanti ad una platea molto numerosa. Non per una telecronaca e nemmeno per un intervista, per cantare quello che oggi è il mio “cavallo di battaglia”, si perché non c’è una sola volta che in qualsiasi Karaoke non canti il grande successo “Una carezza in un pugno” del mio idolo, il mitico Adriano Celentano.

Eravamo in ritiro con la squadra quella che mi lanciò al professionismo( la Fiorella del Presidente Alberto Pagni ) e ci apprestavamo ad affrontare la seconda stagione in località Santa Severa al mitico Hotel Pino a Mare. Beh, che volete eravamo in periodo carnevalizio e da quelle parti si usa fare i veglioni, quelli proprio veglioni (quasi del tritello) dove mangi, bevi e balli. Per ballare ovviamente serve, generalmente, un orchestra o un complessino e noi ce lo avevamo. Nel complessino ci suonava il fidanzato di una delle figlie di Pino (al mare) che tutte le sere mi faceva cantare accompagnandomi al pianoforte in albergo. Visto che in ritiro collegiale ci si annoia anche, si pensò che la festa di carnevale potesse essere adatta al mio debutto sul palcoscenico. Idea condivisa da tutti i miei compagni di squadra e naturalmente da tutta la famiglia di Pino (al mare). L’unico che non approvava  questa idea era il nostro Direttore sportivo Luciano Pezzi che volle la promessa che il tutto doveva finire alle 22.30 dopodiché a letto. Come no? Ma scherza Sig. Luciano, alle 22.31 a letto sicuramente. Avuto l’Okay dal Sig. Pezzi via a fare i preparativi che non si limitarono al solo provare le canzoni da presentare sul palco ma, visto che eravamo a carnevale, il costume di scena. Finì che il problema fu trovare un paio di scarpe con il tacco (12 cm) si perché, a grande richiesta, mi vestii con un abito lungo con tanto di parrucca bionda e rossetto che nemmeno il patron della squadra (Ely Romani ) e sua moglie (Anna) mi riconobbero. L’effetto palco fu devastante perché la prima canzone che feci fu “It’s a wonderful life”. La gente (oltre 300) non si rendeva conto come una donna potesse cantare con quella voce (imitai il grande Louis Amstrong) poi quando intonai “Una carezza…” e mi tolsi la parrucca bionda ci furono applausi a scena aperta. Ma soprattutto il Patron si rese conto che aveva corteggiato tutta la sera un suo corridore.

PS:

Quella sera non andammo a dormire alle 22.30 ed il Sig. Pezzi non si arrabbiò, anzi.

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